9 esposizioni – 7 nell’Isontino e 2 in Slovenia – con i suoi ritratti e tanti eventi collaterali. Terminerà domenica 9 luglio, presso la Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan a Gradisca d’Isonzo.
Il primo grande omaggio al fotografo isontino Maurizio Frullani, che ha raccolto enormi consensi di pubblico e critica.
Dalla fine degli anni ’70 fino a pochi mesi dalla sua morte avvenuta nel 2015, Maurizio Frullani ha voluto testimoniare, attraverso la fotografia, i ritratti più interessanti degli intellettuali, degli artisti del Friuli Venezia Giulia e dell’area mitteleuropea. Grazie all’iniziativa promossa dall’Associazione Culturale “Venti d’arte” di Udine e dal Consorzio Culturale Monfalconese di Ronchi dei Legionari, sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Fondazione CARIGO e da molti altri enti e realtà della nostra regione, gli intensi scatti realizzati dall’artista, hanno potuto essere ammirati da tutti gli interessati a partire dal 11 marzo, con l’inaugurazione della prima mostra alla Biblioteca Statale Isontina presso la Galleria d’Arte “Mario Di Iorio”. Ne sono seguite poi altre 8, articolate in diversi luoghi dell’Isontino (Villa Vicentini Miniussi e Auditorium comunale di Ronchi dei Legionari, Biblioteca comunale di Staranzano presso la Sala “Alberto Delbianco”, Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan a Gradisca d’Isonzo, Museo Civico del Territorio “Alessandro Pesaola” a Cormons, Azienda Agricola Edi Keber a Zegla), e due in Slovenia a Salcano (Galleria Gong) e a Metlika (Mladinski Center).
“Fino a domenica 9 luglio – spiega Stefano Chiarandini, Presidente dell’Associazione Culturale “Venti d’arte” – è ancora possibile visitare la mostra a Gradisca d’Isonzo alla Galleria Spazzapan inaugurata il 12 maggio. Doveva terminare il 25 giugno, ma abbiamo deciso di prolungarla per la grande affluenza di visitatori. Gli orari di visita sono: mercoledì, giovedì, venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Tutte le mostre e gli eventi collaterali in programma hanno raccolto un grande successo di pubblico e di critica. Per questo ringraziamo tutte le persone che hanno voluto ammirare i ritratti di Maurizio Frullani e conoscere meglio questo talentuoso fotografo e non solo, visto le sue molteplici passioni”. La musica, in particolare quella indiana, che aveva conosciuto durante i suoi viaggi, era senz’altro una di queste. Ecco perché la rassegna ha previsto molteplici concerti: il 14 maggio nell’Auditorium comunale di Ronchi dei Legionari si è tenuta una performance musicale di Giovanni Maier (violoncello) e Daniele D’Agaro (sax); il 20 maggio a Cormons presso il Museo Civico del Territorio “Alessandro Pesaola” si è tenuto il concerto “Nuove musiche per tempi nuovi” a cura del Conservatorio Statale di Musica “Jacopo Tomadini” di Udine; il 28 maggio nella Sala Marizza della Biblioteca Comunale di Fogliano Redipuglia si è tenuto un concerto di musica e danza Kathak (una danza classica originaria del Nord dell’India), con Natalie Bryant (danza), Nikolas Valletta (tabla) e Paolo Fallilone (sitar), a cura dell’Associazione l’Albero del Melogramma; il 25 giugno a Cormons presso il Museo Civico del Territorio “Alessandro Pesaola” si è svolta la presentazione ufficiale del catalogo della rassegna a cura di Stefano Chiarandini e Giulia Marcela Micheluzzi. A seguire, il concerto del duo Digital Brothers, composto da Mauro Bon (basso), Roberto Duse (chitarra) e accompagnato da Alessandro Zurco (sitar).
Inoltre, in tutte le città della regione (a Gorizia nella sede di Prologo, a Udine presso la Stamperia d’Arte Albicocco e al Circolo Culturale e Ricreativo Nuovi Orizzonti, a Trieste alla Scuola del Vedere, a Pordenone presso la Fondazione Furlan), sono state organizzate delle serate con la proiezione del video realizzato dall’Associazione Culturale per la promozione delle Arti Contemporanee Prologo di Gorizia, che raccoglie oltre 300 foto scattate da Frullani a personaggi dell’arte e della cultura del nostro territorio.
“Questo esauriente e meticoloso progetto – conclude Stefano Chiarandini – rappresenta sicuramente il primo, grande omaggio a Maurizio Frullani, un unicum da custodire e valorizzare, da un punto di vista sia storico-critico sia socio-antropologico”. Anche nel corposo catalogo della rassegna, oltre alle immagini esposte nelle 9 esposizioni, è possibile leggere i saggi critici di Guido Cecere, Fulvio Dell’Agnese, Daniela Lorena Fain, Cristina Feresin, Franca Marri, Giulia Marcela Micheluzzi, Eliana Mogorovich, Paolo Rumiz, Roberto Salbitani e Chiara Tavella.
Ecco alcuni estratti:
“Il lavoro qui raccolto e presentato rende testimonianza di una serietà e una profondità non comuni nella fotografia e di un progetto pluridecennale di amplissimo respiro che, oltre alla sua specifica valenza artistica, col passare del tempo diventerà sempre più un prezioso documento storico della scena artistica di quest’area geografica: segno di un’epoca e di un suo brillante protagonista”.
GUIDO CECERE
“Uno sguardo attento, mobile, profondo e una pacatezza così rassicurante e nello stesso tempo così piena di umanità. Questo era Maurizio Frullani per quanti l’hanno conosciuto, sia quando, con gli occhiali posati sulla testa, guardava dritto dentro l’obiettivo e, in silenzio, scattava, sia quando parlava dei suoi progetti, dei viaggi, delle cose di tutti i giorni. Un uomo curioso, misurato, che coglieva, con disarmante semplicità e senza mai banalizzare, il dettaglio, le caratteristiche e le tipicità di chi riprendeva, restituendo immagini dense, ricche, piene di sostanza che, a sua volta, riusciva a trasformare in materia prima della vita del soggetto”.
CRISTINA FERESIN
“C’è qualcosa di fiammingo, o di olandese, in quest’uomo che ha rappresentato forse meglio di chiunque altro la dignità artigianale del suo territorio, il Nordest. Qui non è in ballo solo una tecnica fotografica, ma prima di tutto l’attenzione a un mondo, al quale non appartengono solo architetti, attori, pittori, designer, poeti e musicisti, ma anche orafi, grafici, costruttori di organi musicali, fotolitisti e corniciai. Guardo i ritratti di questa gente – alla quale sono stato indegnamente affiancato, spero, come manovale della scrittura – e mi vengono in mente i quadri di Jan van Eyck, Pieter Bruegel il Vecchio, Rembrandt, Jan Vermeer e soprattutto Frans Hals”.
PAOLO RUMIZ
CHI È MAURIZIO FRULLANI
Maurizio Frullani nasce a Ronchi dei Legionari (Gorizia) nel 1942.
Si appassiona alla fotografia dal 1964 e, nel 1974/76, realizza i primi reportage nel corso di alcuni viaggi in Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan e India. Dal 1980 al 1988 torna spesso in India, anche per intraprendere lo studio del sitar. Da questa esperienza nascono gli scatti dedicati a musicisti indiani, dal titolo Sulla strada del Raga, suo primo lavoro compiuto e summa delle sue passioni: il viaggio, la musica, le persone.
Nel 1986 espone nello Studio d’Arte di Nadia Bassanese di Trieste un primo gruppo di fotografie intitolato Artisti. Inizia cosí un’indagine che lo impegnerà per oltre un ventennio e lo porterà a ritrarre piú di trecento esponenti dell’arte, della letteratura e della musica del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, testimonianza del panorama culturale regionale nella sua evoluzione dagli anni ’80 a oggi.
Dal 1993 al 2000 Frullani si trasferisce con la famiglia in Eritrea. È qui che si dedica alla ricerca fotografica poi confluita nel libro Eritrea e nella raccolta Massawa. Fotografie 1993 – 2000, resoconto di una terra lacerata dalla guerra, ridotta in condizioni di estrema povertà, ma fiera della propria dignità.
Una volta rientrato in Italia, realizza una serie di reportage fotografici incentrati su realtà locali, come Gente di Cormons e dintorni, 1985 – 2006.
Nel 2006 si assiste a una svolta: nella Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d’Isonzo viene allestita un’ampia personale di cui fa parte anche un ciclo del tutto inedito, Santi, miti e leggende, incentrato sulla rilettura di personaggi della mitologia sia classica sia cristiana, rivisti con un’ironia che mette in luce l’assurdo della condizione umana. Nel 2008, con questa serie, è tra gli artisti finalisti del premio ManinFesto. Fotografia in Friuli Venezia Giulia. Nel 2011, in occasione di Spilimbergo Fotografia, riceve il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia, XXV edizione, e partecipa alla Biennale diffusa del Friuli Venezia Giulia.
Si spegne nel 2015 a Ronchi dei Legionari.