Recensione critica Silvana Comelli

Roy Leutri: Tuscany Charo 2012 – scatti di luce.

Tuscany Charo 2012 è la mostra in cui il fotografo Roy Leutri espone tredici scatti che compongono il suo recente calendario dedicato al paesaggio estivo della Toscana ed alla modella Charo.

Le opere esposte sono in bianco e nero, di formato rettangolare, realizzate con pellicola Neopam 400 e stampate su carta cotone Satin Rag.

In ognuna di esse Leutri, variando sapientemente luci ed ombre, esalta i lineamenti di Charo, modella di origini filippine che interpreta, attraverso l’intensità dello sguardo e la sinuosità dei lineamenti, gli ambienti naturali ed i luoghi che le fanno da sfondo.

Valorizzata dall’obiettivo del fotografo, Charo è la protagonista, colei che racconta il paesaggio che la circonda. E non lo fa con le parole, ma con le pose, i gesti ed il volto che assume espressioni che suggeriscono un pensiero indirizzato altrove.

Emerge così un interessante binomio tra interno ed esterno; ovvero un dialogo tra stati interiori e ambienti naturali.

Ma nulla è statico: se osserviamo con attenzione riusciamo anche ad addentrarci in quei luoghi, a percepirne la calura estiva e la dimensione spaziale che è amplificata all’interno di ogni singolo scatto. Notiamo, a tale proposito, le fughe dei muri in pietra, o le ampie prospettive del campo di girasoli e delle distese pianeggianti congiunte a cieli privi di dettagli, perché trasformati in bagliori luminosi.

Paesaggio e figura umana sono armonizzati da un terzo elemento fondamentale: la luce.

Perché, se la fotografia ci restituisce un’immagine, è certo compito del fotografo quello di catturare il momento ideale in cui essa viene percepita come completa.

Leutri decide ora e luogo, sceglie un momento della giornata in cui la luminosità è massima: il mezzogiorno. E non si limita a questo, ma sovraespone il corpo della modella a bagliori che esaltano, in ogni scatto, un particolare anatomico: ora è il volto, ora le gambe, ora l’avambraccio, ed accentua il biancore dell’epidermide evidenziandone i contrasti con lo scuro della chioma.

Pose fissate nel momento di massima luminosità, il mezzogiorno estivo, quando i raggi del sole battono perpendicolari sugli oggetti e la luce è accecante. Eppure Charo, la ragazza dai lineamenti asiatici, non si scompone: a tratti rivolge lo sguardo allo spettatore, a tratti lo dirige verso orizzonti lontani.

Personalità enigmatica di cui l’occhio è il fulcro, anche quando la figura non è in primo piano.

Charo vive nel paesaggio estivo della Toscana, ne emerge in controluce, si mimetizza in una distesa di girasoli o tra le fronde degli ulivi che disegnano arabeschi vegetali sulla sua pelle chiara.

Da questa sequenza di immagini che esaltano qualità atmosferiche e rifrazioni luminose sul corpo femminile  emerge, dunque, una ricerca di valori non tanto documentari quanto sensoriali e sentimentali.

Il fotografo ha modulato il bianco e nero ora sfumando, ora portando all’estremo i contrasti tonali. In tal modo ha voluto esaltare la bellezza ed il corpo femminile in un connubio con gli elementi naturali, tra i quali emerge, sopra tutti, la luce.

Essa è l’elemento con cui Leutri si confronta e con il quale dimostra di lavorare nel modo migliore facendosi abile interprete del significato etimologico del termine fotografare, che è proprio quello di disegnare con la luce.

Silvana Comelli

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